Un’azienda su due non trova operai «Ruolo cambiato»

Previsioni Excelsior. La difficoltà di reperimento pari a quella che riguarda ingegneri e tecnici informatici. Aliberti (Confindustria): resta però lo scarso appeal 

Non più solo la «caccia», spesso a vuoto, di tecnici specializzati. Oggi le aziende bergamasche faticano a reperire la figura base di qualsiasi impresa: l’operaio. La sorpresa emerge dal «borsino» delle professioni più richieste elaborate dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere che periodicamente analizza le principali caratteristiche delle entrate programmate nel mondo del lavoro e le tendenze occupazionali. L’ultima rilevazione riguarda il trimestre dicembre 2018-febbraio 2019. Gli operai metalmeccanici specializzati si posizionano al primo posto tra le professioni più difficili da reperiretanto che oggi la metà delle richieste delle aziende non viene soddisfatta (51%). Stesso grado di difficoltà che incontrano nel trovare progettisti, ingegneri, esperti informatici, quei famosi profili «alti» (high skill), legati in particolare all’innovazione tecnologica.Solo un anno fa, le posizioni sul podio erano praticamente invertite. Solo poco più di un terzo delle ricerche non trovava riscontro nella bergamasca. Le cause: la ripresa dell’economia e il cambiamento del modo di lavorare che sta coinvolgendo le imprese bergamasche. Così la forbice tra la domanda (alta) e offerta (ridotta) torna ad allargarsi.

Competenze trasversali 

«Operai specializzati in elettronica, meccanica, oleodinamica e meccatronici si fatica a trovarli» conferma Aniello Aliberti, presidente della Piccola impresa di Confindustria Bergamo. I motivi? «Le maggiori competenze richieste oggi anche per le figure base: l’asticella si è alzata, in particolare quando parliamo di aziende che stanno affrontando l’evoluzione verso la digitalizzazione che sta ormai impegnando pure le piccole e medie imprese». Un esempio? «Saper usare un tablet, leggere e compilare al computer un foglio Excell, essere capaci di interagire con il resto della fabbricanon sono più considerati compiti delegati al solo capo reparto» esemplifica Aliberti. Di fondo, anche lo scarso appeal che ha, soprattutto per le famiglie, la prospettiva di un ingresso nel mondo del lavoro del figlio che ha studiato come semplice operaio. «Per questo motivo – conclude Aliberti – capita spesso che gli operai con buone capacità riescano a strappare alle aziende, pur di non perderli, inquadramenti da impiegati». Analisi condivisa da Edoardo Ranzini, direttore di Confimi-Apindustria.«L’evoluzione tecnologica pesa e purtroppo discrimina le fasce lavorative più basse, serve personale sempre più preparato anche per le funzioni base». Orazio Amboni, della Cgil, aggiunge ulteriori elementi di riflessione. «L’aumento delle richieste di operai specializzati e la conseguente difficoltà a trovarli, potrebbe essere anche legata alla riduzione di personale straniero che, per effetto delle nuove norme sull’immigrazione, ha ridotto l’accesso al nostro mercato del lavoro di figure già specializzate». «Un effetto – aggiunge – che avvertono, in particolare, le imprese metalmeccaniche (anche artigiane) dove non è raro trovare saldatori, attrezzisti, tornitori stranieri».

Mercato «vivace»

Tornando ai dati Excelsior, complessivamente le opportunità di impiego in provincia di Bergamo nel trimestre dicembre-febbraio sono 24.590 a fronte delle 21.100 dello stesso periodo a cavallo tra il 2017 e il 2018, segno comunque della «vivacità» del mercato del lavoro orobico. Solo nel 25% dei casi le entrate previste saranno a tempo indeterminato a fronte del 27% di un anno fa, segno che anche nella nostra provincia si accentua la precarietà dei rapporti di lavoro, imputabile anche – se non soprattutto – alle incertezze delle imprese di fronte alle recenti modifiche legislative. Non a caso, anche parlando di previsioni come sono appunto quelle elaborate dal Sistema Excelsior, crescono le somministrazioni (19% rispetto all’11%), calano le collaborazioni (1% contro il 5%) e, lievemente, l’apprendistato (5% a fronte del 6% di un anno fa).

Elvira Conca 

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